È violenza sessuale inviare foto hard tramite WhatsApp a un minore. E’ quanto ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 25266/2020.
La Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato da un giovane indagato "per aver scritto messaggi WhatsApp allusivi e sessualmente espliciti ad una ragazza minorenne" costringendola, inoltre, sotto minaccia di pubblicare la chat su altri social, a ricevere foto hard dello stesso.
Per gli Ermellini, scatta il reato di sessuale anche in assenza di contatto fisico con la vittima, quando "gli atti sessuali coinvolgono la corporeità sessuale della persona offesa e sono finalizzati e idonei a compromettere il bene primario della libertà individuale nella prospettiva di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale".