L’argomento circa l’uso della violenza nei confronti dei figli, sotto forma di sberle “educative”, è stato spesso affrontato dalla giurisprudenza con decisioni non sempre univoche.
Ricordiamo, per esempio, che nel 2019 il Tribunale di Rimini aveva assolto un padre per aver dato due schiaffi e un calcio nel sedere alla figlia quattordicenne, beccata con il fidanzato di gran lunga più grande di lei, dopo aver saltato la scuola. Evidentemente, in quel caso, i giudici avevano giudicato "educativo" il gesto del genitore, vista la sua assoluzione.
Più di recente, invece, la Cassazione ha condannato un padre per il reato di maltrattamenti, per aver colpito con un cucchiaio una delle figlie. Nell’occasione, gli Ermellini hanno chiaramente sostenuto che "l'uso della violenza per fini correttivi ed educativi non è mai consentito."
Anche in giurisprudenza, dunque, si afferma sempre più l’avversione verso metodi educativi inclini all’uso della violenza.