Con maternità surrogata si intende la gestazione dell’embrione, e quindi del feto, in un soggetto diverso rispetto alla coppia che l’ha concepito.
In Italia questa pratica è vietata dalla legge n. 40/2004 ed è da considerare nullo qualsiasi accordo con il quale una donna si impegni a portare a termine una gestazione di embrioni altrui e a restituire il figlio una volta partorito.
Una questione aperta su questo tema è quella dei diritti che la madre genetica potrebbe accampare nei confronti della “madre uterina”. Per consolidata giurisprudenza, ciò che crea l’essenziale e irrinunciabile rapporto materno non è la procreazione in sé, bensì la gestazione. La donna che partorisce ha quindi prevalenza sulla madre genetica: quest’ultima ha la possibilità di riconoscere il figlio solo subordinatamente all’eventualità che non lo faccia la “madre uterina”.